Prima dell’atleta scegli l’uomo

E' LA TESTA CHE COMANDA IL CORPO

Nel corso della mia attività come allenatore ho potuto constatare che l’aspetto più importante per ottenere risultati è la conoscenza di ogni singolo giocatore dal punto di vista psicologico.

Sono senza dubbio indispensabili la tecnica, le capacità atletiche, il talento. Ma tutto ciè non basta.

È la mente che guida il corpo e non viceversa.

Per avere ottime prestazioni è necessario avere la mente in equilibrio, avere la consapevolezza di ciò che si è in grado di fare, saper gestire le emozioni e infine mettere le proprie capacità al servizio della squadra.

Da questo punto di vista, ritengo che ciò che ho sperimentato da questo punto di vista sul campo da basket possa essere estendibile ad ogni altra disciplina sportiva e a qualunque ambito lavorativo.

Si possono possedere le migliori doti di talento esistenti in natura, ma se non sono abbinate ad un giusto approccio mentale e ad un adeguato controllo delle “influenze emozionali” il potenziale non si sprigionerà mai per intero.

Quante volte abbiamo sentito frasi come se avesse avuto la testa ora sarebbe diventato un numero 1″, oppure “se solo riuscisse a stare più attento e concentrato otterrebbe risultati strabilianti”.

Notare come si parli sempre di testa, di concentrazione, della necessità di arginare l’emotività, eccetera. Sono tutti aspetti che riguardano la sfera emotiva e mentale.

Lo sappiamo lucidamente… eppure poi, forse per nostra cultura, ce ne dimentichiamo e ci ritroviamo ad allenare solo gli altri aspetti, nel caso dello sport gli aspetti tecnici e fisico-atletici, in contesti extra-sportivi gli aspetti specifici di un determinato lavoro.

Perché ci riempiamo la bocca di problematiche mentali e psicologiche… ma poi non le curiamo e parliamo d’altro?

Probabilmente perchè siamo culturalmente arretrati, non crediamo fino in fondo al fatto che migliorare e controllare gli aspetti emotivi e mentali possa avere conseguenze positive per le nostre vite.

In second’ordine non disponiamo di una disciplina che sia capace di darci indicazioni rapide e precise su quelle che sono le nostre debolezze e i nostri punti di forza consentendoci di gestire le prime ed esaltare le seconde.

E poi tante teorie, tante correnti di pensiero, tante chiacchiere, ma poca applicazione. E allora ci ritroviamo a fare i test fisici o le esercitazioni di tiro…

Io invece miro a sovvertire questo quadro.

Io voglio fornire indicazioni immediate e concrete. Posso farlo in breve tempo, in maniera da essere veramente credibile al mio interlocutore. Perchè non vendo fumo!

Prendiamo in esame solo un aspetto dello studio sui numeri che porto avanti e cioè il far emergere il desiderio inconscio, il desiderio più profondo che ognuno di noi possiede, ma che difficilmente mostra ad un osservatore superficiale.

Ci vuole un osservatore “speciale” per carpire ciò che una persona brama veramente dentro di sé: noi attraverso il nostro metodo possiamo giungere a tutto ciò e in maniera rapida e diretta.

Ma come si deve procedere? Alla mia disciplina servono pochi banalissimi ed accessibilissimi dati per giungere a un simile risultato: il nome, il cognome e la data di nascita esattamente come scritti sul documento di identità della persona che vogliamo analizzare.

Una volta ottenuto questo dato quello che dobbiamo fare è semplicemente sommare le vocali del nome e cognome.

Ogni vocale ha un determinato valore numerico: la A vale 1, la E vale 5, la I vale 9, la O 6 e la U 3.

Una volta che conosciamo questi valori possiamo procedere al calcolo.

Prendiamo in esame un nome inventato

Lio Taru

Avremo I+O+A+U, tradotto in numeri

9+6+1+3 = 19

=1+9

=10

=1

Il metodo prevede che il numero ottenuto vengo ridotto ad un’unica cifra,in questo caso 1+0=1

Questa persona avrà quindi come desiderio più profondo il numero 1

Ma cosa significa a livello pratico avere desiderio inconscio 1?

Significa che ci troveremo di fronte ad un atleta che ama lavorare da solo in una posizione di autonomia senza avere troppe interferenze esterne.

Si tratta di un giocatore che vuole risolvere i problemi velocemente e che ha un estremo bisogno di essere lodato, ascoltato, ammirato, vuole proporre nuove idee e vuole ottenere risultati importanti.

Ma tutto questo come può interferire nella costruzione della nostra squadra o team di persone?

Avendo davanti un giocatore simile, io allenatore potrò andare incontro ad alcune problematiche, prima fra tutte il fatto che questo atleta vuole essere ascoltato, vuole poter sempre dire la sua, vuole fondamentalmente decidere di testa sua.

Il problema è se a questi suoi desideri non corrisponde anche un certo valore tecnico, nel senso che solitamente questo ruolo viene svolto dai giocatori più forti, da quelli su cui si punta maggiormente e soprattutto da quelli che la squadra riconosce come essere superiori ad altri per qualità tecniche e magari anche caratteriali.

Ma se invece il nostro giocatore in questione non è tra quelli più importanti della squadra? Se prima di lui come valori e gerarchie tecniche ci sono altri elementi in quella squadra?

Capite bene che inserire un giocatore così in una squadra che ha atleti più validi di lui o magari anche solo più esperti creerà sicuramente già in partenza grossi problemi al nostro gruppo.

Se invece il giocatore in questione fosse anche tecnicamente uno dei migliori elementi della squadra e il gruppo lo percepisse in questo modo, allora sì il suo inserimento sarebbe più semplice, anche se una persona con desiderio inconscio 1 crea comunque qualche disagio in contesti di squadra perché la sua aspirazione è tendenzialmente individuale e il collaborare con coach e compagni non gli viene naturale.

Facciamo un altro esempio, prendiamo in esame un ipotetico giocatore che ha come desiderio più profondo il numero 3.

Usiamo sempre un nome inventato, per esempio

Sappia Carini

Avremo A+I+A+A+I+I, cioè

1+9+1+1+9+9=30

=3+0

=3

3 come desiderio inconscio significa non sopportare la routine, significa voler divertirsi sempre in quello che si fa, prendere le cose con leggerezza, ma soprattutto un bisogno importante di sentirsi considerato, di sentirsi al centro dell’attenzione, un desiderio 3 adora ricevere complimenti in pubblico, vuole sentirsi una prima donna.

Mentre 1 vuole essere ascoltato e fare quasi sempre di testa sua, 3 invece richiede e vuole ottenere moltissime attenzioni, vuole sentirsi molto considerato, dentro di sé ambisce ad essere visto come il più importante della squadra.

Capite quindi che in presenza di altri giocatori magari più considerati e forti di lui un numero 3 potrebbe andare in grossa difficoltà, così come di fronte ad un coach che non gli riconosce il suo valore o che pretende da lui applicazione sempre costante e massima concentrazione, aspetti che un desiderio 3 potrebbe forse mettere se capisce di essere considerato da tutti come il giocatore decisivo di quella squadra.

La coabitazione di un atleta del genere con altri compagni magari come lui o più forti non è semplice: un giocatore così pieno di sé di certo andrebbe meglio in una compagine di livello inferiore dove lui è di certo la star.

Facciamo qualche altro esempio… prendiamo un individuo che come somma delle vocali ha il numero 8.

Chi brama inconsciamente il numero 8 è una persona estremamente ambiziosa: vuole prevedere tutti gli aspetti di ogni situazione, vuole avere tutto sotto controllo, é estremamente sensibile all’aspetto economico del lavoro, al guadagno, vuole fare carriera e farebbe di tutto pur di vincere.

Avere un giocatore così in una squadra ambiziosa, in un team costruito per fare bene, per ottenere successi, di certo sarà di grosso aiuto per il raggiungimento del risultato finale, un 8 non si tirerà di certo indietro, farà di tutto e di più pur di vincere.

Tutto questo però se verrà pagato regolarmente! Già: perché come abbiamo detto in precedenza un 8 è molto sensibile all’aspetto economico e quindi dato che si sbatte generosamente per la causa, al contempo pretende moltissimo da società e compagni… e il vedere riconosciuto a livello economico il suo impegno risulta per lui un aspetto assolutamente vitale.

Un desiderio 8 invece inserito in un team che non può vincere non credo produrrà gli stessi effetti positivi elencati sopra, quando questo atleta si renderà conto che la squadra non può ambire a dei successi probabilmente inizierà a dedicarsi ai suoi successi personali, quindi per esempio fare molti punti e ottenere buone statistiche per l’anno successivo.

Concludiamo con un ultimo esempio: prendiamo in esame un atleta con desiderio profondo 2.

Chi ha 2 come somma delle vocali vuole appoggiarsi sempre a qualcun altro, vuole collaborare, non desidera esprimersi più di tanto perché teme il giudizio degli altri, è una persona capace di collaborare con gli altri con grande calma e rispetto, non è un prevaricatore.

Visto all’interno di un contesto di squadra è di certo un collante, uno che detesta i litigi e i conflitti, quindi cercherà sicuramente di fare da paciere, anche se di certo non sarà il tipo di persona che si impone.

Chiaramente non sarà il giocatore indicato a svolgere ruoli di regia, di direzione, vedi il playmaker nel basket, né potrà essere il capitano che stimola la squadra coi suoi discorsi o con la sua durezza: però come elemento sensibile e di raccordo tra altri di sicuro sarà uno su cui si potrà contare.

In questi esempi ho preso in considerazione solo un aspetto dei molteplici che la psicologia dei numeri presenta nel suo complesso: però già con un solo elemento è stato possibile giungere ad analisi approfondite e concrete che difficilmente altre discipline che si occupano dell’argomento vi potranno fornire.

Lo studio dei numeri porta ad una conoscenza assoluta e totalmente veritiera di un individuo, quindi può rappresentare uno strumento fondamentale per chiunque operi all’interno di un team di persone.